Roberto Cesaretti – Le Città Visibili?

Roberto Cesaretti

Le Città Visibili?
presentazione di Ezio Menzione 

Inaugurazione SABATO 8 GIUGNO

ore 17.30

dal 8 al 29 giugno 2024

STUDIO GENNAI Arte Contemporanea

via Giovanni Bovio 4-6

Pisa

Orario: da martedì a sabato 17.00 – 19.30
E’ possibile visitare la mostra in altri orari su appuntamento.

STUDIO GENNAI Arte Contemporanea associazione culturale
via G.Bovio 4 – Pisa – 56125 – Italy

cell. 3488243760

studiogennai@yahoo.it
www.studiogennai.it
https://www.facebook.com/studiogennaiartecontemporanea

LE CITTA’ ViSIBILI?
di Ezio Menzione

E’ inutile cercare nelle opere di Roberto Cesaretti un gatto lottiano che sfreccia al centro della scena, come nella serena Annunciazione di Recanati. Ma non ci sono nemmeno personaggi, né persone, né azioni. Apparentemente ci sono solo linee che si intersecano e si sovrappongono, peraltro senza grovigli, diremmo quasi senza conflitti. Linee che rimandano ad altro: come le linee (e i colori, in quel caso) del Mondrian che noi tutti meglio conosciamo rimandano ai suoi paesaggi con betulle nordiche delle opere giovanili. Poi aguzziamo lo sguardo e, in questo tempo che sembra sempre sospeso, iniziamo a scorgere delle linee orizzontali che potrebbero essere una scala, un cilindro sfaccettato che potrebbe essere un silos, o una griglia di linee perpendicolari in primo piano che potrebbe essere un’impalcatura, un ponteggio al di là del quale altre linee ci dicono di un edificio prospicente. Iniziamo a comprendere che ciò che abbiamo davanti è sempre un paesaggio, un paesaggio urbano, quasi sempre del nord o della Bassa: quasi che al sud si annettesse un significato barocco o un’ambientazione campagnola di alberi e nuvole. Nelle opere di Cesaretti non ci sono né i primi né le seconde: i cieli sono sempre uniformemente campìti, talora con fitti e brevi segni, talora “per assenza” cioè lasciando il bianco della carta su cui si svolgono le linee. Un paesaggio astratto? Non esattamente, anche se l’astrazione sembra essere un’aspirazione immanente per l’artista, anche nei suoi materici e terragni olii giovanili. Il paesaggio, a poco a poco, ci risulta riconoscibile anche se molto raramente individuabile. Non per nulla abbiamo chiesto all’artista di fornirci “schede” del dove e quando quel lampo di linee gli è balzato allo sguardo: balzato, perché non di rado ciò che viene ritratto è lo sciame di linee orizzontali che ci appaiono dall’auto che corre.
Una volta compreso che ciò che guardiamo e ammiriamo sono dei paesaggi, ancor di più ci verrebbe da chiedere: e l’azione dove è? Proprio perché è chiaro che qui non siamo di fronte ad una still life, ad una natura morta. Qui ci sono luci che entrano nella scena da un taglio (una porta, un tramezzo) di fondo o laterale e destano, proprio a causa di quella apparente fissità della scena intera, una inquietudine che dentro ci rode. A poco a poco ci rendiamo conto che l’azione c’è, ma è altrove, al di fuori della cornice del quadro o dietro il quadro stesso. Come in una conversazione o in una sceneggiatura ben scritta conta più il non detto, il silenzio per rivelarci un forte sentimento che lo scrittore, prima ancora dei suoi personaggi, non intende confessare; così per questo artista l’azione non la si rappresenta mai e però essa avviene e a lui sta a cuore dirci che c’è, ma sceglie di farlo con piccole vibrazioni, con leggeri scarti che rendono così difficilmente leggibili i paesaggi che abbiamo davanti. E qui sta il turbamento che muove l’artista e che, poi, prende anche noi. Come nelle piscine californiane di David Hockney: dove quelle in cui non compaiono persone, ma solo i reticoli luminosi nell’azzurro dell’acqua, ci appaiono molto più drammatiche di quelle in cui appaiono i suoi consueti personaggi. E’ in questo stare in bilico, nel dire non dicendo, nello schermarsi dietro reti di linee parallele e perpendicolari che Roberto Cesaretti ci costringe e misurarci col “dramma” che non si vede, ma a cui quel nitore assoluto, quel silenzio, quella solitudine inequivocabilmente rimandano. Un risultato non facile a raggiungersi, ma che lui ha compiutamente raggiunto.



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