LUCA VITONE – IL CENTRO COMUNICA LA PERDITA – mostra a cura di Sandro Ricaldone – Inaugurazione sabato 18 Novembre 1988

LUCA VITONE
IL CENTRO COMUNICA LA PERDITA
mostra a cura di Sandro Ricaldone

Inaugurazione
sabato 18 Novembre 1988
ore 18

dal 12 al 25 novembre 1988
orario 18-20 feriale
IL CENTRO COMUNICA LA PERDITA

 

Lo Studio Gennai di Pisa ha presentato dal 12 al 25 novembre 1988 una mostra di Luca Vitone (Genova 1964), la cui operatività è venuta in luce, in particolare, attraverso la parteciazione – con il gruppo di giovani artisti attivi in ambito concettuale di cui fanno parte Roberto Costantino, Simonetta Fadda, Marco Formento, Ivano Sossella, Tommaso Tozzi e Cesare Viel – a rassegne tenute presso la galleria Diagramma/Inga-Pin di Milano, il Palazzo Mediceo di Serravezza (“Agire il mondo”, a cura di Chiara Guidi) oltre che con la personale ospitata durante la scorsa stagione a Genova dalla galleria Pinta di Claudiol Ruggieri.
In quella occasione Vitone presentava una planimetria dell’ambiente in scala 1 : 1 in carta fotocopiata posata sul paviment, creando con ciò una “ideale simulazione indefinita e infinita dello spazio della galleria”, spazio che veniva quindi “riconfermato” nella sua effettività nel momento in cui il fruitore lasciava l’impronta del suo passagio sulla carta.
Per “Agire il mondo”, a Serravezza, Vitone ha invece realizzato – utilizzando depliants turistici concernenti la località nella quale aveva sede la mostra – una striscia continua applicata alle pareti, ove l’immagine frammentata e ricomposta secondo uno schema ripetitivo, nell’aderire al perimetro della stanza l’apriva fittiziamente all’ambiente esterno.
Nell’installazione elaborata per lo Studio Gennai (un cerchio ottenuto assemblando carte geografiche fotocopiate, “controllato” da un centro stabilito tramite un filo a piombo) Vitone enuncia uno “stato di perdita topologica”, valendosi della rappresentazione grafica dei luoghi per sottolineare l’abolizione del legame emotivo e culturale con il topos d’origine ed impiegando la tecnica della riproduzione fotostatica per rimarcare “la condizione di omologazione e di spersonalizzazione del luogo geografico”, di cui persiste soltanto una mera “informazione d’esistenza”.

 sandro ricaldone (1988)
(pubblicato nel sito:www.hozro.it/vitoluca.html)

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Studio Gennai
Via dell’occhio 40 – Pisa

12 – 25 novembre 1988

Luca Vitone

“Il centro comunica la perdita”

mostra a cura Sandro Ricaldone

L.V. -… qui i solidi che rappresento sono rivestiti di riquadri estratti da una carta geografica, la cui frammentazione é indice d’una perdita topologica, perdita condizionata socialmente.

S.R. – Io pensavo piuttosto l’utilizzo della carta geografica in funzione del suo carattere di immagine mentale, che se da un lato rimanda ad un elemento reale finisce però col prescinderne abbastanza radicalmente.

L.V. – Bene, ma questa interpretazione va ampliata sottolineando che lo spaesamento attuato in questi lavori viene a concretarsi in una forma di nomadismo determinato dal disconoscimento di un topos di origine ( o dalla impossibilità di identificarvisi )..

S.R. – Quindi il discorso verterebbe più su una sorta di azzeramento, di abolizione delle radici, che su una procedura astrazione ( o, se si vuole, di rappresentazione) concettuale?

L.V. – Sì, la riconoscibilità del luogo permane semplicemente come fattore linguistico, di momento che la frantumazione ( della carta) sopprime il contesto geografico ed il legame culturale che esso
implica.

S.R. – Parrebbe che con l’espressione “fattore linguistico ” tu intenda una modalità comunicativa ridotta alla sua esteriorità spogliata cioè di un’autentica valenza semantica…

L.V. – Direi che la dimensione del significato rimane come nozione di un esistente, enunciato ma non vissuto.

S.R. – E il distacco di cui parli viene accentuato dall’impiego della tecnica di riproduzione fotostatica..

L.V. – Infatti. L’azione fotostatica vuol proprio rimarcare questa condizione di omologazione e di spersonalizzazione del luogo geografico: in esso non si legge più un referente culturale, resta soltanto l’informazione del suo essere come tale.



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