Bianco e Nero – Delio Gennai – Andrea Lunardi a cura di Anna Brancolini Inaugurazione 7 ottobre 2017 ore 18

Bianco e Nero

Delio Gennai – Andrea Lunardi
a cura di Anna Brancolini

Inaugurazione 7 ottobre 2017 ore 18

dal 7 ottobre al 4 novembre
orario da martedì a sabato 17-19.30 o su appuntamento

“Un dialogo sul tema della traccia ci presentano Gennai e Lunardi.

Traccia storico-culturale, per l’artista pisano: perché dietro alle sue forme raffinate e calligrafiche, di un bianco purissimo e vibrante, cogliamo le suggestioni delle tarsie decorative della Piazza dei Miracoli, degli stendardi islamici della chiesa dei Cavalieri o delle variegate testimonianze della scrittura araba a Pisa, scrittura celebrativa o sacra, indagata però a livello di significante, come gioco armonico di forme.

Traccia fisico-naturalistica, per l’artista pistoiese: perché dietro alle sue carte nere tramate di segni e di lampi luminosi, si intravedono frammenti di un mondo naturale troppo spesso deturpato, violentato o cancellato dalla mano dell’uomo, tanto che l’indagine verte sull’assenza, non sulla presenza e si colora di un dolente senso di perdita e di vuoto.

Ma i due artisti, in maniera speculare, attuano un raffinato processo di sottrazione e di astrazione all’interno del contesto in cui operano.
Le scritture arabe infatti – in Gennai – vengono decontestualizzate e desemantizzate e, proposte in frammenti e dettagli, diventano un nuovo, personalissimo alfabeto segnico, ritmico e formale teso a comporre nuovi significati extralinguistici, a far emergere particolari inattesi, devianti, risemantizzati ed a ricercare infine suggestive armonie di presenze e assenze che distanziano e offuscano il substrato storico e culturale nella sua concretezza e, nello stesso tempo, lo richiamano a nuova vita, senza retorica o rievocazione nostalgica, come elemento imprescindibile di identità personale e artistica.

Gli elementi naturalistici – in Lunardi – vengono invece negati dalla loro immagine frantumata, dalle superfici accartocciate o dalla metamorfosi delle immagini stesse, ottenuta non soltanto con il cambiamento del punto di vista, ma anche grazie alle variazioni della luce, ora morbida e sfumata ora radente e più intensa nel passaggio dalla bidimensionalità delle superfici ad una loro tridimensionalità reale e illusoria insieme, suggerita dalle piegature e dalle accartocciature delle carte.
I segni, impercettibili ma luminosi, restano così come pura traccia di un mondo perduto; il movimento appare congelato, lo spazio sidereo e le forme diventano astratte, ambigue, ipotetiche creando quasi stupore e spaesamento.
Quello stupore e quello spaesamento generato anche dai raffinati intagli di Gennai, con i loro inganni percettivi – vuoto/pieno, positivo/negativo, uno/ duplice – e con i loro inganni culturali, con quei segni che sembrano tracciare labirinti e sono invece frammenti di scritture arabe private del loro reale significato linguistico e diventate oggetto di sguardo e riflessione, luogo metastorico di indagine fisica e mentale, pure forme in bilico tra astrazione e decorazione e quasi segni archetipici che creano temporanei disorientamenti ma sono pervasi anche da un innegabile respiro poetico, con le loro sinuosità, le loro trasparenze, le loro simmetrie, i loro impercettibili giochi di luce ed i loro varchi”

Estratto da Bianco e Nero di Anna Brancolini, settembre 2017

Andrea Lunardi
Nasce nel 1981. Dopo il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, fonda a Pistoia, nel 2006 insieme a Zoè Gruni e Cristiano Coppi, lo Studio8 che diventa presto un vivace luogo di incontri e manifestazioni artistiche oltre a costituire uno spazio di lavoro condiviso. Ha partecipato al progetto Open studios, 2011 visite agli studi degli artisti, a cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina e al progetto The Wall, a cura di di Pietro Gaglianò, presentato a Assab One Milano, Reload ex officine automobilistiche Roma, Nosadella.due Bologna, Archiviazioni project space Lecce. Viene selezionato per partecipare a workshop e progetti con artisti internazionali tra cui: Dragana Parlac (nel 2004 per il progetto Networking – My home, a house in the city curato da Arianna Di Genova, Lorenzo Bruni e Matteo Chini), Hidetoshi Nagasawa (nel 2007 per il progetto Manufattu in situ curato da Emanuele De Donno a Foligno), Eikoh Hosoe, Tessa M. den Uyl (nel 2007 al cantiere di Video Arte Spazio_Tempo_Territori della mente curato da Fiammetta Strigoli), Mario Rizzi (nel 2007 per il progetto Coming Conflicts, artistic practices in conflict places curato da Giacomo Bazzani), Botto & Bruno (progetto promosso dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci) e John Duncan (nell’ambito di Networking – Back to the Present, edizione curata nel 2009 da Elisa Del Prete), Arte pubblica, partecipata, collaborazione, comunità, spazio pubblico, un progetto di Pietro Gaglianò con la collaborazione di 1:1 projects a cura di Maria Alicata, Cecilia Canziani, Benedetta Di Loreto, Adrienne Drake. Fra le mostre a cui ha partecipato si segnalano:

Spettri del visibile, 2017 Studio MDT, Prato a cura di Elena Maini; Teach back – io vedo, io guardo, 2016 Careof Milano, a cura di Dino Ferruzzi e Annalisa Cattani; Romanzo Pistoia – nuovi inizi, 2016 Palazzo Fabroni Arte Contemporanea Pistoia, a cura di Giacomo Bazzani; The curated space, 2016 Mall Galleries London, a cura di Arturo Galansino; TU35_Geografie dell’Arte emergente in Toscana, 2016 Officina Giovani Prato, a cura di Giacomo Bazzani e Alessia Lumini (progetto del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci); Lo sfondo, 2014 Galleria Moitre Torino, a cura di Viola Invernizzi e Alessio Moitre, Tra visioni oniriche e ricordi sospesi, 2011 Rocca di Cento (Fe), a cura di Niccolò Bonechi, Ho fatto un sogno ma non ricordo granchè, 2010 Galleria Open Lab, Genova, galleria Overlook, Pistoia a cura di Niccolò Bonechi; Ieri, oggi, domani, 2012Open lab artisti oggi – progetto off di Fotografia Europea – Reggio Emilia, a cura di Elena Saccardi e Angelo Massimo Veneziani; Start point, 2009 Museo degli Innocenti, Fondazione Studio Marangoni, galleria Il Ponte, galleria Frittelli Arte Contemporanea, galleria Daniele Ugolini contemporary Firenze, a cura di Sergio Risaliti, Laura Vecere, Gianni Pozzi, Susanna Ragionieri; Strettamente personale, 2008 Palazzo Chianini – Vincenzi, Centro Arte Contemporanea Mega+Mega, Arezzo a cura di Matilde Puleo; Andrea Lunardi – Zoè Gruni, 2008 sala esposizioni galleria dell’Accademia del Disegno, Firenze a cura di Rosella Alberti e Giuliana Videtta; V Biennale del Libro d’Artista, 2007 Cassino, Frosinone a cura di Teresa Pollidori Vittoria Biasi e Barbara Tosi; La fotografia come arte: l’arte come fotografia, 2006 Fondazione Il giardino di Daniel Spoerri, Seggiano a cura di Fiammetta Strigoli; Opus Liber, 2005 Museo Virgiliano, Mantova, Casa di Raffaello, Urbino, Accademia delle Arti del Disegno, Firenze a cura di Aldo Grazzi.

Delio Gennai
Nasce nel 1948 a Legoli di Peccioli e dal 66 vive a Pisa. Si è diplomato all’istituto statale d’Arte e poi laureato in storia dell’arte contemporanea al Dipartimento di Storia delle Arti all’Università di Pisa.
Nel 1987 ha aperto una galleria, Studio Gennai Arte Contemporanea, nel luogo in cui si trovava il suo studio d’artista. Lo spazio espositivo è un’associazione culturale senza scopo di lucro il cui fine è la promozione dell’arte contemporanea.
Dall’87 sono state organizzate oltre 300 mostre in galleria e sono stati promossi decine di eventi in luoghi pubblici in collaborazione con altre istituzioni culturali, enti pubblici e gallerie.
Il lavoro di ricerca di Delio Gennai, a partire dagli anni ’80, ha tratto ispirazione dal patrimonio artistico della città di Pisa, facendo delle decorazioni marmoree di architetture religiose e dei trofei di guerra islamici, conservati in una chiesa pisana, il centro propulsore di un nuovo e personale linguaggio. Geometrie, simboli, motti in lingua araba… diventano un alfabeto per comporre nuovi significati, semi di un lavoro di ricerca, in bilico tra astrazione e decorazione, nel quale Gennai procede per substrati, portati via dalla realtà di partenza. Un nuovo linguaggio fatto di trasparenze, profili, bianco su bianco, profondità originate dal doppio, dal positivo-negativo, piuttosto che l’illusionismo prospettico.
Nel corso degli ultimi anni il vocabolario segnico di Gennai è stato arricchito dalle rappresentazioni grafiche del mondo vegetale tratte da vecchi libri di botanica e genetica.

Dal 1980 ha partecipato a trecentotrenta mostre collettive e
sessanta personali, fra le quali “Sconfinamenti” nel 1997 a Londra nella Galleria Accademia d’Italia
e Accademia d’Europa, a cura di Antonella Capitanio; “Stendardi Restaurati Stendardi Ricreati” nel 1998 a Pisa negli Arsenali Medicei, a cura di Viana Conti e di Antonella Capitanio; “A shriek from an invisible box” nel 2001 a Tokyo nel Meguro Museum of Art; “A shriek from an invisible box revisited III” e “Messages from Mauro Manfredi” entrambe nel 2005 a NewYork nella MedialiaGallery; “Fourth International Artists’ Book Exhibition” nel 2006 a Szèkesfehèrvar in Ungheria nel The King St. Stephen Museum / Citu Gallery – Deàk Collection; “Affioramenti” nel 2007 a Pisa nel Museo nazionale di San Matteo, a cura di Ilario Luperini; “10-Una generazione di libri d’artista” nel 2009 a Milano nell’Intermedia, O’, acura di Giorgio Maffei insieme a Die Schachtel, Christoph Schifferli ed O’; “Of Paper-laboratory of signs” nel 2012 a Winston-Salem nel North Carolina negli Stati Uniti nella Charlotte and Philip Hanes Art Gallery della Wake Forest University, a cura di Paul Bright; “Hilal-above the rubble” nel 2012 a Monaco di Baviera nella Galleria Gedok a cura di Marcus Pilz ed Emily Barsi con la presentazione da parte del professore Avionoam Shalem.



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